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Gli italiani e il rischio Epatite C


Otto italiani su dieci dichiarano di conoscere l’epatite C, ma il 50% non sa o crede che non sia possibile guarire da questa malattia.
La terapia a base di peginterferone alfa-2a permette invece un trattamento semplice ed efficace: lo conferma uno studio pubblicato di recente sul Journal of Hepatology e presentato qualche giorno fa al congresso internazionale Advancements in the management of viral related liver diseases di Roma.



L’indagine Gli italiani e il rischio epatite C, realizzata su un campione rappresentativo della popolazione allo scopo di scoprire il grado reale di conoscenza degli italiani su questa malattia, ha portato alla luce due indicazioni contrastanti: se da un lato, 4 italiani su 5 (82,5%) si dichiarano informati sull’epatite C, dall’altra un numero altrettanto alto (72,7%) confessa di non aver mai sentito parlare del peginterferone alfa-2a, lo strumento terapeutico che ha segnato una svolta nel trattamento dell’epatite cronica C, consentendo alla grande maggioranza dei pazienti di eradicare il virus dal sangue.



Una conoscenza superficiale che non contribuisce a migliorare lo scenario di diagnosi e terapia dei soggetti infetti da HCV e che spiega in parte il numero esiguo di pazienti attualmente in terapia, pari ad appena il 2% di tutti quelli stimati e dei casi diagnosticati, solo 1 su 5.


26/09/2005

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